1.235 nuovi imprenditori agricoli di nazionalità diversa da quella italiana: lo dicono i dati di Infocamere. Ad investire nella campagna veneta (terza regione dopo la Toscana e la Sicilia, dove i terreni affidati agli stranieri sono quasi il doppio che nel Veneto) sono prevalentemente gli svizzeri (22%) i francesi, i tedeschi e i marocchini che vengono prima degli australiani e venezuelani. Più della metà di loro ha meno di 50 anni e il 42% è di sesso femminile. I campi di Verona sono quelli che piacciono di più, ma anche la fascia pedemontana trevigiana ha il suo appeal. Gli agricoltori “foresti” coltivano mais e cereali, ortaggi e frutta, fanno anche i vignaioli e puntano soprattutto al biologico. Venezia con le sue isole fertili attrae anche i vip: la famiglia Swarovski, la famosa casa austriaca dei cristalli gioiello, ha la sua proprietà blindata a Santa Cristina dove i vigneti di Merlot e Cabernet danno un vino rosso “Ammiana” dal sapore antico le cui cure sono affidate ai viticoltori locali. Chi invece ha scelto di sgobbare sui campi è Michel Thoulouze: l’uomo che ha fondato 60 televisioni nel mondo ha casa e vigna nel vicino isolotto di Sant’Erasmo.

Agricoltori ‘foresti’: a Sant’Erasmo il ‘papà’ di Sky
Thoulouze, parigino di origine, poteva scegliere di abitare in Scandinavia o nel Maghreb, in una delle tante nazioni dove ha creato le sue emittenti private da Canal Plus a Canal Jimmy, da Ciné Cinéma a Planet. Lui ha preferito prendere la residenza in Italia, dove fu il numero uno della progenitrice di Sky e di tutti i canali satellitari a pagamento. In questo lembo di terra gira in Ape come tutti gli altri 800 agricoltori, suoi colleghi, che qui producono ortaggi. Come loro ha i calli alle mani, ma diversamente dalle verdure lui fa il suo vino: “Orto” appunto. È un cultivar bianco, amalgamato con tre vitigni tradizionali (60 per cento di malvasia istriano, 30 per cento di Vermentino, amante dell’aria salata, 10 per cento di Fiano), ricco di contenuti minerali, prodotto in oltre 18 mila bottiglie, venduto in tutto il mondo (soprattutto in Australia, in Germania e in Francia) ma pensato anche per esaltare i prodotti tipici veneti e della laguna. «Una sola terra può dare un solo vino – dice – per farlo ho liberato dai rovi l’intera tenuta di 11 ettari e messo a dimora i vigneti che erano stati abbandonati dal XVI secolo. Ho creato il mio paesaggio. Insomma, ho fatto ancora una volta il creativo, il mestiere che mi è riuscito meglio nella vita».