A partire dal 2016 diventerà obbligatoria in tutta Europa l’etichettatura nutrizionale, vale a dire l’indicazione corretta dei principi nutritivi e del relativo apporto calorico riportata sull’etichetta di ogni prodotto alimentare. Ma la Cia-Confederazione italiana agricoltori auspica che ciò non avvenga con i sistema “a semaforo” che si sta sperimentando in Inghilterra. «Classificare gli alimenti con il verde, il giallo o il rosso sulla base del contenuto di sale, zucchero, grassi e grassi saturi presente in 100 grammi di prodotto – spiega la Cia – offre al consumatore soltanto un’informazione parziale ed erronea che non tiene conto della dieta complessiva. È un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento, cancellando in un colpo solo l’assunto universalmente riconosciuto dal mondo scientifico che non esistono cibi “buoni” e “cattivi”, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno a seconda del modo in cui gli alimenti vengono integrati tra loro quotidianamente».
Il sistema ha indubbiamente una sua semplicità comunicativa (verde fa bene, rosso fa male), ma il rischio è che una bibita light, con un po’ meno di zucchero, benché densa di edulcoranti, conservanti e aromatizzanti, abbia il semaforo verde mentre il latte, a causa del suo tenore in grassi, abbia il semaforo rosso. Stesso semaforo rosso avranno gli oli, i formaggi, il pesce affumicato, la frutta secca e tutti i grandi prodotti Dop e Igp quali Grana, Parmigiano, prosciutti, salumi.
La Confederazione nazionale degli agricoltori ricorda invece che l’obiettivo fondamentale del Regolamento Ue sull’etichettatura sanziona “l’impiego falso, ambiguo e fuorviante delle indicazioni in etichetta, nonché di quelle incomplete o che determinano incertezza, l’incoraggiamento al consumo eccessivo, i suggerimenti contrari alle regole della salute, lo sfruttamento di timori del consumatore”.