In Italia si buttano quasi 7 etti di cibo a settimana, ma negli Stati Uniti si arriva al
doppio .

Se lo chiedete ad un italiano, vi dirà che lo spreco alimentare è legato all’industria e alla ristorazione.
Invece, l’Osservatorio internazionale di Waste Watcher / Spreco Zero ha svolto un monitoraggio scientifico da quale emerge chiaramente che lo spreco alimentare delle famiglie italiane è quantificato in 674,2 grammi pro capite e costa annualmente 9,2 miliardi, ai quali vanno poi assommati i 6,4 miliardi attribuiti agli sprechi dell’energia per produrre il cibo, così come dell’acqua e delle altre risorse “nascoste”. E malgrado le crescenti attenzioni per l’ecosostenibilità che tutti dichiarano ufficialmente, l’estate 2022 ha fatto registrare un ulteriore aumento della quota di spreco settimanale pro capite che è passata da 595,3 a 674,2 grammi rispetto all’ultima rilevazione di Waste Watcher International, diffusa nel febbraio 2022.


L’indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, è stata realizzata in 9 Paesi del mondo (Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone). Sono Sudafrica e Giappone i Paesi più virtuosi, perché nelle loro case si spreca circa la metà rispetto all’Italia (324 e 362 grammi a settimana), mentre in Europa è la Francia il Paese più virtuoso con 634 grammi settimanali.


A far peggio di noi in Europa sono Germania e Regno Unito, con 892 e 859 grammi, che è ancora poco rispetto a quello che riescono a fare oltreoceano: negli Stati Uniti, infatti, il cibo che viene buttato ogni settimana arriva a ben 1.338 grammi. Ed anche un Paese come il Brasile, per la prima volta monitorato da WasteWatcher, non fa una bella figura collocandosi al quarto posto degli sprechi domestici, con 794 grammi di cibo gettato ogni settimana, sempre pro capite.