Un patrimonio ambientale quantificabile anche economicamente: 433 ettari di superficie regionale a servizio dei cittadini
Sono 52 le zone umide con finalità di fitodepurazione realizzate, gestite e tenute in efficienza dai Consorzi di bonifica del Veneto, un totale di 433 ettari di superficie regionale a servizio dei cittadini, della fauna e della vegetazione in stretta simbiosi con l’acqua. La Giornata Mondiale delle Zone Umide, che si è celebrata il 2 febbraio, è stata l’occasione per ANBI Veneto, l’associazione che rappresenta gli 11 Consorzi di Bonifica regionali, di richiamare l’attenzione su questo patrimonio di ambienti d’acqua, distribuiti a macchia di leopardo sul tutto il territorio regionale, che nel concreto testimoniano le competenze ambientali che il sistema dei consorzi sta sviluppando a fianco delle storiche missioni legate alla sicurezza idraulica e alla gestione della risorsa irrigua, con visite a zone umide organizzate dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione, dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e dal Consorzio Adige Euganeo, info nei siti e canali social dei consorzi.
Le funzioni svolte dalle zone umide
Svolgono funzioni di fitodepurazione (disinquinamento delle acque tramite piante), costituiscono habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, talvolta rappresentano invasi per l’agricoltura. Le dimensioni sono le più disparate: molte zone umide non arrivano all’ettaro e fungono spesso da compensazione idraulica e ambientale a importanti infrastrutture viarie; altre, estese decine di ettari, sono veri e propri parchi. In ogni caso impreziosisco un territorio e caratterizzano il paesaggio.
I servizi offerti dalle zone umide
I servizi che generano per la collettività sono concretamente stimabili dal punto di vista economico. Uno studio pubblicato nel 2024 da ANBI Veneto, Regione del Veneto ed Etifor, spinoff dell’Università degli Studi di Padova, sul valore dei servizi ecosistemici derivanti dalla risorsa che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di Bonifica, ha stimato in 13.854.667 euro l’anno il valore delle attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a 143.504.299 euro l’anno il valore ecologico delle zone come habitat di biodiversità. “Nella corsa all’adattamento e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico la realizzazione e gestione di aree umide è fondamentale per la sicurezza idraulica, la tutela della biodiversità e la salvaguardia della qualità delle acque – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro – è tuttavia un’azione che richiede adeguate dotazioni finanziare. Molte di queste aree, per esempio, sono state realizzate dalla Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna che riteniamo vada rifinanziata con risorse adeguate”.
È proprio tra le province di Venezia, Padova e Treviso, territorio solcato da fiumi che si versano nella laguna Veneta, che è stata realizzata gran parte di queste zone umide. La connessa attività di fitodepurazione, infatti, va a supporto del fragile habitat lagunare e molte di queste zone umide non esisterebbero senza la Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.
(Fonte: servizio stampa Anbi Veneto)
1 febbraio 2025