Dalla vetrina delle eccellenze agroittiche “Slow Sea Land” di Mazara del Vallo arriva un appello al confronto e alla gestione condivisa delle risorse marine tra i Paesi del Mediterraneo. Nella cittadina trapanese, sede della marineria più grande del Mediterraneo si è svolta una tre giorni dedicata al pescato siciliano e alle produzioni di eccellenza dell’agroalimentare dei Paesi del Mediterraneo. Nell’occasione si sono qui incontrati i rappresentanti di Algeria, Libia, Marocco, Mozambico, Tunisia e Turchia. Un centinaio di produttori, alcuni dei quali provenienti da Paesi dell’Africa mediterranea, sub-sahariana e del Golfo, hanno esposto i loro prodotti a cominciare ovviamente dal pesce per poi allargarsi anche all’olio, vino, cereali e ortofrutta.
Nel corso dei vari dibattiti che si svolti sulla gestione delle risorse ittiche e il futuro del mestiere di pescatore è stato lanciato un messaggio semplice, ma da tutti condiviso: per salvaguardare l’ambiente marino sono necessari dialogo, cooperazione e individuazione di regole comuni, che non interessano solo i grandi pescherecci, ma anche la piccola pesca costiera, che per sua natura è quasi “costretta” alla sostenibilità.
Il Report pesca 2011 sullo stato di salute del settore ittico in Sicilia presentato ieri indica un andamento generale di forte crisi: 81 battelli dismessi e 2000 posti di lavoro persi. I rappresentanti dei Paesi rivieraschi hanno condiviso la linea: non sia la crisi a permettere al mare di ripopolarsi, ma politiche lungimiranti condivise da diversi continenti e da tutte i soggetti coinvolti nella filiera ittica.