Il Veneto ha messo al sicuro il patrimonio genetico dei propri vigneti: per iniziativa della Regione infatti è stato costituito il “Campo di conservazione del germoplasma/biotipi di cultivar di viti per uva da vino dell’area del veneto orientale” che colleziona circa 7 mila piantine di vite delle varietà Refosco dal peduncolo rosso, Carmenere, Malbech, Turchetta e Recantina pecolo scuro, Tocai friuliano, Verduzzo trevigiano, Grapariol. L’impianto è stato realizzato a Pramaggiore, nell’Azienda Agricola “Le Carline”.
«È un impianto anche a carattere sperimentale – fa presente l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – realizzato per confrontare nello stesso vigneto le caratteristiche viticole ed enologiche dei biotipi delle varietà di vite tipiche della zona del Veneto Orientale, raccolte e moltiplicate da Veneto Agricoltura, con quelle dei principali cloni attualmente utilizzati a livello nazionale. L’obiettivo ambientale è di conservare in un unico luogo una parte significativa della base ampelografica della zona, salvaguardando le peculiarità produttive di alcune varietà che rappresentano il patrimonio viticolo storico di questa area vocata».
Il campo sperimentale è stato realizzato con i fondi del progetto di cooperazione transfrontaliera SIGMA2-“Rete transfrontaliera per la gestione sostenibile dell’ambiente e la biodiversità” del programma Interreg Italia-Slovenia 2007-2013 ed ha anche un importante risvolto economico. «L’iniziativa punta – conclude Manzato – a sostenere la competitività delle aziende viticole del comparto agroalimentare, valorizzando la qualità del prodotto finale in modo da contrastare la crescente omologazione del gusto e delle varietà. Nello stesso tempo, la diversificazione e la tipicità vengono sostenute per assecondare i gusti dei consumatori, giustamente sempre più esigenti».