L’ACRONIMO D.O.C.G. COSA SIGNIFICA CONCRETAMENTE?

Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Le denominazioni di origine controllate in generale certificano che c’è un forte legame tra il prodotto e il territorio che lo ha prodotto. Quindi sono nate le D.O.C, poi trasformate in D.O.P.

Le D.O.G.C hanno questa G in aggiunta che significa Garantita.  Sono bottiglie numerate, tramite una fascetta di Stato, per dare una garanzia totale non solo sulla provenienza ma anche sulla tracciabilità della singola bottiglia.

Oggi le D.O.C.G. rappresentano di fatto i territori di eccellenza, dove la vitivinicoltura italiana ha trovato le sue migliori espressioni. Tant’è che chi ha avuto la necessità di dare garanzia erano i viticoltori della zone più famose che vedevano il loro vino copiato o falsificato.

Conegliano Valdobbiadene fa parte di queste aree, che possiamo considerare come le migliori aree vitivinicole italiane.

COME VIENE ASSICURATA AL CONSUMATORE QUESTA GARANZIA? LA TRACCIABILITA’ COME VIENE RAPPRESENTATA?

Quel numero presente nella fascetta, che è un numero progressivo, se portato al consorzio può indicare chi ha imbottigliato quel vino, quali analisi sono state fatte su quel vino, l’esito della degustazione di un’apposita commissione che certifica una qualità minima, e addirittura, tornando indietro, si può tracciare il percorso di chi ha vinificato quel vino e da quale uva area è stato prodotto.

STATE APPLICANDO O AVETE INTENZIONE DI APPLICARE QUELLE TECNOLOGIE INNOVATIVE, AD ESEMPIO LE ETICHETTE A RADIOFREQUENZA, O QUEI SISTEMI CHE POSSONO PERMETTERE AL CONSUMATORE, MAGARI IN UN IMMEDIATO FUTURO, DI LEGGERE LA TRACCIABILITA’ ATTRAVERSO IL CELLULARE?

Questo tipo di messaggio si sta studiando in questi giorni su una fascetta che il Monopolio di Stato sta rielaborando, anche per adattarla alle nuove esigenze di mercato.

Non parliamo solo di tracciabilità, perché anche la storia di una denominazione si può leggere attraverso questi sistemi a radiofrequenza. Sono questi codici particolari che ci permetteranno, con il telefonino, di poter identificare la storia di un prodotto.  Quello che a mio avviso il consumatore deve recepire è una fiducia a 360°, nel momento in cui un consorzio e i produttori si attivano per dare della garanzie, certificate da un sistema non fatto dagli stessi produttori ma da enti diversi.

Per vedere l’intervista a Franco Adami, clicca qui.