Una immediata revisione del decreto regionale veneto sulla riduzione delle percentuali di produzione per i quantitativi di uva dell’Amarone che prevede tagli orizzontali che non tengono conto della qualità delle produzioni delle singole cantine. È quanto chiedono Andrea Bassi, Giovanna Negro, e Stefano Casali del gruppo tosiano all’opposizione in Consiglio Regionale.
“È arcinoto – si legge in un durissimo comunicato diffuso dai tre tosiani – che la qualità del vino dipende da moltissimi fattori pedo climatici e che le caratteristiche organolettiche ed olfattive del vino decretano il successo o meno di una cantina produttrice rispetto ad un’altra. Allora perché penalizzare tutti i produttori, tagliando la stessa percentuale di uva, senza tenere in considerazione le produzioni unitarie e quindi la qualità?”. Bisogna ricordare che dal 2009 le percentuali per la produzione dell’Amarone sono state abbassate dal 65% al 40%: “quel 25% in meno che le aziende di qualità non potranno più produrre – sottolinea il comunicato – non abbasserà certo la richiesta del vino da parte dei consumatori, i quali, inevitabilmente, si rivolgeranno alle produzioni più scarse qualitativamente o addirittura di dubbia provenienza. La prossima vendemmia promette buoni risultati dopo annate di condizioni difficili, soprattutto climatiche. Per le aziende che hanno reso questo prodotto famoso nel mondo e che non hanno giacenze – concludono Bassi, Negro e Casali – questa diminuzione sarà dannosa con ripercussioni negative sui ricavi, rischiando di perdere la fiducia del mercato”.