L’indice nominale dei prezzi alimentari (Food Price Index, FPI) aggiornato dalla FAO indica una costante diminuzione dei prezzi sui mercati mondiali che sono scesi nel 2015 di circa 32 punti, fino a 153,4 (base 100), pari ad una riduzione del 17,5% su base annua. La caduta dei prezzi è la risultante dell’effetto combinato di numerosi fattori tra i quali l’elevato livello delle giacenze, i bassi prezzi dei prodotti petroliferi ed il rafforzamento del dollaro con il quale si svolgono le contrattazioni internazionali.
Secondo le stime FAO, per i cereali la stagione 2015/16 è caratterizzata da un mercato tranquillo, la produzione dovrebbe raggiungere 2.534 milioni di tonnellate, con una diminuzione dell’1% rispetto all’anno prima, si prevede soltanto una modesta riduzione dei depositi, che arriverebbero a 638 milioni di tonnellate, il che consente di mantenere uno “stocks-to-use ratio” vicino al 25%.
La produzione di frumento ha raggiunto nel 2015/16 il livello record di 735 milioni di tonnellate, grazie all’incremento nelle produzioni di Australia, Cina, Ucraina e USA, cresce di quasi il 2% la domanda complessiva, che tocca 727 milioni di tonnellate, di cui 490 destinate al consumo umano e crescono anche le giacenze in USA, Russia ed UE fino a portare lo “stocks-to-use ratio” al 29%. Si contrae invece la produzione degli altri cereali di circa il 2%, circa l’80% è costituito dal mais, scendendo a 1.306 milioni di tonnellate per effetto delle minori produzioni di USA e UE.

AUMENTA LA PRODUZIONE ED IL CONSUMO DELLA CARNE NEL MONDO
I dati negativi arrivano dal riso a dai semi oleosi. Le condizioni climatiche sfavorevoli, soprattutto nell’area asiatica, hanno prodotto un’ulteriore lieve diminuzione della produzione di riso che si attesta su 493 milioni di tonnellate. Malgrado la coincidente debolezza della domanda di riso, che ha spinto ad una diminuzione dei prezzi, la produzione è quindi risultata al di sotto del consumo complessivo con la conseguenza di una contrazione dei depositi. Diminuisce anche la produzione di semi oleosi che scende a 534 milioni di tonnellate (-2,4%) a causa del calo delle produzioni di soia, sia negli Usa che in Sud America, e questo malgrado si sia in presenza di un aumento della domanda di oli e di farine: anche qui, quindi una riduzione dei depositi per oli e grassi.
Per quanto riguarda le produzioni animali, la produzione complessiva di carne, nel 2015, è aumentata del 1,1% arrivando complessivamente a 319 milioni di tonnellate, soprattutto grazie alle maggiori produzioni di UE, Russia e USA. Sono principalmente le produzioni di pollame e carne suina a crescere, ma modesti incrementi si registrano pure nelle produzioni di carne bovina. Aumenta dell’1,5% la produzione mondiale di latte, superando gli 800 milioni di tonnellate, il cui mercato è caratterizzato da prezzi che, dopo una ripresa verso la fine del 2015, sono tornati a scendere nei primi mesi dell’anno, toccando a marzo 2016 il livello più basso dalla metà del 2009. Crescono leggermente anche i consumi procapite.