Il gelo e il maltempo che hanno colpito la Penisola in questo gennaio ha ‘spaccato’ in due il Paese anche sotto il profilo dei prodotti agricoli sul mercato al dettaglio. Abbiamo scritto l’altro giorno degli aumenti dei prezzi al Car, Centro Agroalimentare di Roma, rispetto alla stessa settimana dello scorso anno: bietole (+350%), cipollotti (+233%), spinaci (+225%), lattuga (+170%), zucche (+157%) e cavoli (+150%). Alcuni dati sono incontrovertibili: le forniture di ortaggi dall’Abruzzo e dal Metaponto sono state azzerate per raccolti “bruciati” o intere linee di produzione saltate; in Sicilia stanno raccogliendo un 40% in meno di pomodori.
Basta risalire lo stivale di qualche chilometro ed ecco che al Caab, Centro Agroalimentare di Bologna, si parla di “rincari contenuti nelle ultime due settimane per gli ortaggi, con arance e mele addirittura in flessione”. Nella Nuova Area Mercatale i listini evidenziano un rialzo per gli ortaggi che non sfiora nemmeno le percentuali romane: lattughe (+ 74%), zucchine (+43%), peperoni (+20%), spinaci (+18%), e melanzane (solo il +4%). In discesa rispetto ai prezzi di fine 2016 le arance, con un – 4% e le mele con – 2%. Se, dopo due settimane di neve, la produzione orticola del Mezzogiorno d’Italia è quasi azzerata, anche i prodotti orticoli conservati (cipolle, carote, patate) sembrano aver risentito di un rincaro generale. «A tutt’oggi – sottolinea il direttore generale Caab, Alessandro Bonfiglioli – non emergono anomalie nella formazione dei prezzi che non siano riconducibili alla situazione climatico-meteorologica di questi giorni. La qualità dei prodotti rimane elevatissima e garantita».