Dopo due intensi anni dedicati all’approfondimento del fenomeno, la XIII commissione della Camera ha licenziato il documento conclusivo sulle misure da adottare per la lotta alle agromafie ed agli illeciti in agricoltura. La ricetta che ne emerge è assai ampia: razionalizzazione, semplificazione e unificazione degli apparati amministrativi di controllo; istituzione di una direzione nazionale di sicurezza agroalimentare interforze con compiti di coordinamento investigativo per combattere più efficacemente le organizzazioni criminali; semplificazione dei rapporti di lavoro per contrastare l’evasione contributiva ed il lavoro nero; inasprimento delle sanzioni penali per le frodi commerciali e l’adozione di un complesso di norme comuni a livello internazionale.
«Abbiamo concentrato la nostra attenzione – spiega il presidente della Commissione, Paolo Russo – sulle forme più diffuse di illegalità in agricoltura, sul business dei clan, sulla diffusione del lavoro nero e sullo sfruttamento della manodopera immigrata. I riflettori sono stati anche accesi su di un altro inquietante fenomeno che condiziona pesantemente il comparto e che offusca il prestigio del nostro Made in Italy agroalimentare: i plagi e le contraffazioni. Per questo il documento che abbiamo approvato rappresenta un grido di allarme lanciato dagli stessi operatori e portatori di interesse che risultano danneggiati dal sistema di illegalità che ingabbia il settore agricolo».
«L’indagine conoscitiva – evidenzia Nicodemo Oliverio, deputato del Pd – è un gesto di grande attenzione nei confronti del territorio della Calabria che, prima con i fatti di Rosarno e poi con la vicenda della multinazionale Coca Cola, ha contribuito ad accendere un faro su quelli che rappresentano veri e propri attacchi mortali all’economia agricola italiana».