Per quanto siano ancora ‘provvisorie’, non inducono certo all’ottimismo i dati dell’Indagine Congiunturale svolta dal Centro Studi di Confindustria Moda per Smi su un panel di circa 80 imprese attive nel tessile-moda: nel primo trimestre dell’anno, le aziende del settore hanno presentato un fatturato in flessione, rispetto al medesimo periodo del 2018, del -2,8%. Nello specifico, calano sia il tessile (-0,7%) sia il comparto moda (-4%), con il mercato interno in flessione (-6,6%) e un mercato estero in debole crescita (+0,9%).
Per quanto riguarda l’intero 2018, le stime evidenziano un rallentamento dell’export a causa di un commercio internazionale “meno dinamico delle attese, rallentando il ritmo di crescita”, come sottolineato dalla nota ufficiale. In generale, l’export è cresciuto del +2,8% (contro il +3,5% del 2017) a circa 31,5 miliardi di euro, registrando un aumento sia del comparto a ‘monte’ della filiera (+1,1%) sia, soprattutto, di quello a ‘valle’ (+3,7%). L’Europa ha registrato una decelerazione del -0,1%, con la Germania che, pur confermandosi primo Paese per destinazione del tessile-moda italiano, ha riportato una battuta d’arresto del -0,7%, così come la Spagna (-2,2%). Sono cresciuti, invece, Francia (+1,6%) e Regno Unito (+6,3%).

Positivo è l’export verso l’Estremo Oriente, ma in Europa pesa la frenata del mercato tedesco

Per quanto riguarda invece l’export extra-Ue, gli Stati Uniti, quarto mercato e primo non-Ue, sono cresciuti del +3,1%, mentre la Svizzera ha registrato un balzo del +14,8%. In Oriente, crescono Hong Kong (+2,1%), Cina (+23,6%), Giappone (+7%) e Corea del Sud (+11,3%). La Russia, dopo la ripresa del 2017 (+10,9%), frena del -0,4%.
I dati sono stati diffusi in occasione della conferenza stampa per la 96esima edizione di Pitti Immagine Uomo. La kermesse, il cui tema sarà “The Pitti special click”, si terrà tra l’11 e il 14 giugno e ospiterà 1.220 marchi, di cui 549 esteri.