Si estende l’allarme per il batterio killer: in Europa sono stati già accertati 1.600 casi di infezioni da E.coli. Nessuno caso è stato registrato in Italia, ma sono salite a 16 le persone uccise dall’infezione in Germania.   E non tranquillizza i consumatori la notizia che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) afferma che la variante di E.Coli trovata nei pazienti tedeschi contagiati “non è stata mai vista prima in un focolaio di infezione”, mentre esperti cinesi del Genomics Institute di Pechino, che hanno analizzato i geni del ceppo di Escherichia Coli tedesco, affermano che il gruppo “é nuovo e altamente tossico”.

Frattanto si fa più incerta la cuasa dell’infezione: le autorità sanitarie di Amburgo hanno fatto sapere di dubitare che all’origine dell’epidemia scoppiata in Germania ci siano i cetrioli importati dalla Spagna. Secondo quanto ha detto  il ministro della Sanità di Amburgo, Cornelia Pruefer-Storcks, i patogeni individuati sui cetrioli non corrispondono a quelli rilevati nelle feci di alcuni pazienti. “La fonte dell’infezione non è stata ancora identificata”, ha detto quindi la Pruefer-Storcks, anche se gli esperti iniziano a pensare che il batterio si sia sviluppato proprio in suolo tedesco: sia l’uomo colpito dalla sindrome emolitico-uremica (la grave infezione causata dal batterio) in Spagna, che la persona deceduta in Svezia, erano reduci da un viaggio in Germania. I sintomi con cui si manifesta l’infezione da questo particolare tipo di Escherichia coli sono forti coliche addominali e diarrea acquosa, con perdita di appetito. Nei casi più gravi si può assistere a una sindrome emolitica-uremica che può causare un blocco renale. La diarrea diventa emorragica, le urine presentano tracce di sangue. Il quadro clinico può quindi degenere fino alla morte.