Questa volta la contraffazione arriva dalla Francia: vittima è il Pecorino Romano Dop sul mercato statunitense che la multinazionale francese Lactalis, commercializza utilizzando il marchio italiano di sua proprietà, Galbani. A denunciare il fatto, il Presidente del Consorzio del Pecorino Romano Dop, Gianni Maoddi, nell’audizione speciale che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione ha riservato al Consorzio. Il ‘Romano’ è esportato dalla Francia negli USA, principale mercato per l’export del Pecorino Romano.
Dopo aver denunciato senza esiti il fatto al ministero delle Politiche agricole – ha detto il presidente Maoddi – avevamo l’obbligo di informare la Commissione che si è dimostrata sensibile a tali problematiche e ha aperto una sessione straordinaria per incontrarci”. Da parte della Lactalis è una “reiterazione del reato”. Nel 1997 la multinazionale cercò infatti di registrare negli USA un brand commerciale “Pecora”, dovendo però recedere per la ferma opposizione del Consorzio che con un’ onerosa causa legale, acquisì il marchio per impedirne l’uso e l’abuso.
Moltissime sono però le imitazioni ancora impunite del Pecorino Romano Dop in tutto il mondo: si va dal Romano al Perfect Italiano Romano a Singapore. Un fenomeno, quello del Pecorino Romano souding, che sottrae al mercato una quota pari a 300 milioni di euro l’anno, circa tre volte il valore dell’export. Per questo il Consorzio (proprietario del marchio in Benelux, Svizzera, Germania, Francia, Spagna, Canada e Usa) ha annunciato in Commissione il proprio programma anticontraffazione: si va dal controllo dell’uso del marchio Pecorino Romano, alla predisposizione di un piano di depositi per i marchi, dall’attivazione di un servizio di sorveglianza che individui marchi simili al Pecorino Romano Dop nei registri di tutto il mondo, fino a un servizio di sorveglianza doganale a livello comunitario sul marchio Pecorino Romano e sui prodotti similari.