Il Comitato permanente per la produzione biologica (SCOF) ha approvato le nuove norme dell’UE che fanno ufficialmente nascere il “vino biologico”. Fin qui infatti la produzione riconosciuta era solo quella del “Vino ottenuto da Uve Biologiche”: con le nuove norme, che saranno pubblicate a breve nella Gazzetta Ufficiale, finalmente si potrà avere in Europa il “Vino Biologico certificato”. «La distinzione – spiega Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto – potrebbe apparire ai più una questione di lana caprina; è invece sostanziale. Per la prima volta in Europa è stata abbattuta una barriera forte all’interno del ‘lobbismo enologico’, che non vedeva di buon occhio l’introduzione di distinzioni di questo tipo. I produttori che avevano intrapreso convintamente la produzione di uve biologiche attendevano da tempo questo pronunciamento, che consentirà di pasticciare meno con le definizioni in etichetta. Però secondo me la decisione finale poteva essere un po’ più coraggiosa, più ampia e sicuramente più tempestiva ».
Per l’assessore veneto occorreva definire parametri di lavorazione al cui interno potesse essere definito e certificato come biologico anche il vino, cioè il prodotto finale, rispetto a pratiche di cantine ordinarie che possono anche ‘snaturare la “biologicità” della materia prima. E da dire che alcuni parametri di lavorazione indicati come biologici sono in Veneto  assolutamente ordinari in tutti o quasi i vini di qualità, mentre al contrario non tutto il vino che in Europa viene proposto come di origine biologica può garantire la medesima alta qualità e piacevolezza.
«Nel frattempo Aggiunge l’assessore Manzatro – sono emersi e si stanno sviluppando altri fronti, altri orizzonti. A partire ad esempio dal bilancio carbonico aziendale, ovvero dal bilancio ambientale dell’intero processo di coltivazione e di produzione in termini anche di risparmio di CO2 e di consumo energetico, con l’utilizzo di concimazioni organiche come per il biologico e altre pratiche che consumino complessivamente meno energia in vigna e, dove possibile, in cantina. Di questo non mi pare ci sia traccia nella decisione comunitaria».