L’Italia intende rafforzare la lotta alla contraffazione del Made in Italy sull’immenso mercato cinese e per questa ragione l’ambasciata a Pechino sta potenziando la struttura interna che si occupa del problema per mettere in atto tutte le iniziative utili a garantire ai produttori italiani la massima tutela di quanto esportano in quel paese. É quanto ha riferito il capo missione in Cina, Attilio Massimo Iannucci, che ha spiegato come “la task force che ha infittito i rapporti con le autorità cinesi” si avvale da alcune settimane della collaborazione di un ufficiale della Guardia di finanza, che prima operava a Shangai. Si tratta di un esperto anche di frodi finanziarie internazionali affiancato da un ufficio che conta anche sul lavoro di un esperto giuridico e di un funzionario delle dogane italiane.

“Il governo cinese – spiega Iannucci – è consapevole che la contraffazione è un problema da aggredire con forza. Si tratta di un fenomeno grave che stiamo affrontando con determinazione”. Una battaglia che, secondo l’ambasciatore, può ora contare su di un alleato importante: i  consumatori. “In molti di loro – dice Iannucci – sta maturando il prepotente desiderio di prodotti made in Italy autentici. Molti tra coloro che in Cina acquistano beni contraffatti si stanno rendendo conto che l’arte italiana non può essere replicata”.

A contribuire a questa crescita culturale dei consumatori cinesi, proprio in questi giorni si è conclusa l’esposizione “Ren: Good Design”, la prima Triennale di Pechino sul Design Internazionale, oltre 6mila metri quadrati di spazio all’interno del nuovo Museo Nazionale Cinese a Piazza Tiananmen. “La mostra rappresenta – ha dichiarato Attilio Massimo Iannucci – una importante vetrina per la tradizione e l’eccellenza del design italiano che ha collaborato con il comitato organizzativo per l’allestimento e la realizzazione della Triennale. Mi auguro che questa manifestazione si arricchisca in futuro di ulteriori realtà di successo del design industriale targato Italia”.