L’industria agroalimentare e la grande distribuzione ritengono che Blockchain sarà lo strumento sul quale si baserà la tracciabilità dei cibi nel prossimo futuro. Si tratta di una infrastruttura digitale che permette di gestire banche dati in maniera diffusa, senza che ci sia una persona a controllare i dati o a gestire i flussi di informazioni.
Come tecnologia è stata sviluppata nel 2008: si tratta sostanzialmente di un sistema di registri diffuso, in cui non c’è nessuna un’autorità che controlla. Le informazioni contenute nel registro sono pubbliche, vengono aggiornate ad ogni transazione(block) che va ad accodarsi a quelli precedenti formando una catena (chain) che non può essere modificata retroattivamente da nessuno dei nodi. Il fatto che ogni informazione inserita viene dopo una autenticazione validata da un complesso sistema di crittografia e che nessuno può per questo violare il sistema modificando quanto già inserito offre una garanzia di tracciabilità assoluta del prodotto associato.

Nessun controllore esterno e tutti i nodi del sistema che controllano il percorso dei prodotti

Il sistema, già oggi alla base della moneta virtuale bitcoin, potrà avere le più svariate applicazioni anche nella pubblica amministrazione. Nel caso del settore agroalimentare metterà in rete informazioni relative alla produzione di un prodotto agricolo, al suo trasporto, lavorazione, impacchettamento, distribuzione e così via. Ogni attore della filiera agroalimentare diventa così un nodo della blockchain che inserisce e certifica le informazioni.
«Recentemente – spiega un portavoce dell’unità di Ibm che si occupa di blockchain – la più grande catena di distribuzione degli Usa, Walmart, ha eseguito un test provando a risalire all’origine di una confezione di mango a fette. Grazie alla tecnologia blockchain ci sono riusciti in pochi secondi. E grazie a blockchain i prodotti alimentari potranno essere digitalmente tracciati da un ecosistema di fornitori fino ad arrivare al consumatore. In futuro, ci aspettiamo che le aziende sviluppino funzionalità che consentano ai consumatori di verificare l’origine di un articolo dallo smartphone».