Capitale italiana della moda maschile con la 94esima edizione di Pitti Immagine Uomo, Firenze ha visto la presenza di 1.240 espositori, il 45% dei quali provenienti dall’estero, distribuiti nelle varie sezioni espositive che hanno complessivamente occupato 60 mila metri quadri di spazio. Elevatissimo il numero dei buyers che si sono aggirati tra gli stand nei quattro giorni del salone: superato il numero previsto di 19.500 buyer, di cui oltre 8.500 stranieri.
Secondo i dati di Confindustria Moda, l’export delle società di abbigliamento, camicie, cravatte e maglieria ha superato per la prima volta i 6 miliardi di euro (+5,2%) grazie alla spinta arrivata da pelletteria, pellicceria ed oreficeria che hanno registrato incrementi a doppia cifra. Crescita attorno al +3,5% per calzature e tessile-abbigliamento (che coprono rispettivamente il 15% e il 49% dell’export totale) e del +2,4% per l’occhialeria. Prestazioni che hanno portato il saldo commerciale a superare quota 2 miliardi di euro, battendo nettamente le stime degli analisti.

I dati dei primi mesi del 2018 sono ancora positivi per l’export

Numeri importanti quelli raggiunti dalle aziende italiane del settore nel 2017: l’anno passato la moda maschile nostrana è cresciuta del +3,7%, toccando la cifra record di 9,3 miliardi di euro (il 2016 si è chiuso a 8,7 miliardi), un livello che rappresenta il 65,5% del fatturato di settore.
I quattro giorni del Pitti Uomo hanno anche messo in luce l’andamento di un mercato interno che, nonostante la ripresa economica in atto, continua a stentare: i consumi delle famiglie nel 2017 si sono attestati a 6,9 miliardi (-1,5%). Notizie incoraggianti arrivano però dalla produzione del “Made in Italy” che, dopo tre anni di ribasso, nel 2017 ha segnato +1,7% a 4,736 miliardi. Non solo, nel 2018 si prevede un ulteriore miglioramento con le esportazioni che, nei primi due mesi dell’anno, sono già aumentate del +2,6%.