I dati sono del Ministero dello Sviluppo Economico: assommando tutti comparti, la contraffazione sottrae al sistema economico italiano più di 100.000 posti di lavoro, 18,6 miliardi di euro di produzione interna e un valore aggiunto di 6,7 miliardi. L’agroalimentare rappresenta il settore privilegiato dalla criminalità organizzata ed ormai viene a configurarsi come una oscura “altra faccia della medaglia” dell’economia nazionale.
Secondo il Rapporto annuale sulle frodi alimentari di FareAmbiente, che affronta il fenomeno degli illeciti agroalimentari nel suo complesso, nel 2015 sono stati effettuati 36.864 controlli ispettivi sui generi alimentari, quasi 10.000 i campioni analizzati in laboratorio, 53.490 prodotti e 24.003 produttori verificati. Il principale sanzionatore dell’agroalimentare italiano, e una delle maggiori Autorità di polizia giudiziaria europea in materia agroalimentare, con 4.052 sanzioni amministrative elevate a cui si aggiungono 2.786 diffide, è l’Icrf-Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari. I prodotti che maggiormente sono vittime della contraffazione in Italia sono l’abbigliamento e gli accessori (2,2 miliardi di euro, il 32,5% del totale), seguono gli audiovisivi (2 miliardi di euro, 28,5% del totale) e, quindi, i prodotti alimentari, vino, olio, pasta in primis, per 1 miliardo di euro, pari al 14,8% del totale. La Regione più fragile da un punto di vista di “illeciti” è il Lazio, anche se i maggiori danni economici per il valore della merce contraffatta si registrano in Calabria.