Si chiama “Wenda” ed è un piccolo “collarino” elettronico che viene applicato sul collo della bottiglia di vino. Il consumatore che abbia scaricato sul proprio smartphone l’apposita app potrà avere immediatamente sotto mano tutte le informazioni su quel vino dalla vigna alla tavola. Il sistema è stato realizzato da una start-up italiana operante a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, e si ripromette di innovare la filiera vitivinicola attraverso l’Internet delle cose.

«Quando il consumatore vuole conoscere la storia del vino che sta per acquistare – spiega Mattia Nanetti, della start-up Wenda Srl – non deve far altro che scaricare un’applicazione sullo smartphone e poi avvicinarlo al collo della bottiglia: Wenda trasmetterà tutti i dati wireless grazie alla tecnologia Nfc. Wenda vuole tutelare la qualità e l’autenticità del vino ed il dispositivo, applicato sul collo della bottiglia, permette di monitorare i parametri che ne influenzano lo stato di conservazione, come la temperatura, la luce e l’inclinazione. Se invece viene furtivamente staccato dalla bottiglia, entra in azione un sensore anticontraffazione che interrompe la registrazione dei parametri riportando l’evento. E “Wenda” può sorvegliare la bottiglia per anni, dato che la sua batteria dura per un lustro. Il costo base è di cinque euro – conclude Nanetti – e farà da apripista ad una serie di nuovi sensori di rilevamento ambientale che in futuro permetteranno di seguire il vino a partire fin dal campo in cui è coltivata la vigna».