Con decreto del Ministero delle politiche agricole, dal 30 ottobre è in vendita il vino novello Made in Italy, il primo ad essere consumato della vendemmia 2016. La produzione di quest’anno è al minimo storico, specifica Coldiretti, appena due milioni di bottiglie ed anticipa di quasi tre settimane il concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo dal 17 novembre.
La produzione del vino novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, dopo che in Francia, patria dei novelli, i vignaioli della zona di produzione misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. In Italia, il novello ha avuto una rapida espansione e dieci anni fa si producevano 17 milioni di bottiglie Made in Italy. All’origine del calo della produzione, secondo Coldiretti, c’è una serie di fattori tra i quali la tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Soprattutto, gli stessi vitigni che in passato rappresentavano la base del novello vengono oggi utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per aperitivi, ma che non presentano problemi di durata. Il novello in Italia veniva usualmente consumato in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste: ma il crollo produttivo delle castagne quest’anno toglierà agli estimatori questa opportunità.