I primi produttori di vino rosso nella storia non sono stati i Fenici, e ancor meno i francesi. Il primato per il vino rosso più antico del Mediterraneo è da assegnare alla Sardegna e anticipa di ben quattro secoli la data di ‘invenzione’ del vino facendola risalire alla civiltà nuragica della prima Età del Ferro, quindi tra il 900 e il 750 avanti Cristo.
È questo il risultato degli studi svolti dall’Università di Cagliari su un torchio in pietra che è stato rinvenuto nel 1993 a Monastir, non lontano da Cagliari, all’interno di una capanna identificata sin da subito da parte degli archeologi come un laboratorio. Analizzando i resti ritrovati, nella pietra del torchio sono stati rinvenute tracce di acido tartarico, che è presente nell’uva, e questo ha permesso ai ricercatori di capire che lo strumento rinvenuto era destinato proprio alla produzione vinicola. «In Francia è custodito un altro torchio di grande importanza storica – ha affermato Martino Orrù, ricercatore del dipartimento “Scienze, vite e ambiente” dell’Università di Cagliari – ma quel reperto risale al V secolo avanti Cristo, mentre quello venuto alla luce nelle campagne di Monastir risale al IX secolo: i nostri studi, dunque, si sono basati sul ritrovamento in assoluto più antico nel bacino del Mediterraneo”. Il prossimo passo è capire che tipo di vino veniva prodotto dagli antichi sardi, anche se il torchio ha dato delle indicazioni importanti anche in tal senso. “Quelle ritrovate sono tracce di vitigni autoctoni e particolare a bacca rossa” ha spiegato il professore di botanica dell’ateneo cagliaritano Gianluigi Bacchetta.