Per la prima volta in assoluto, nel 2015 la richiesta di vino italiano dai paesi extra Ue ha superato la domanda comunitaria, per un valore di 3 miliardi di euro, sui 5,35 totali di fatturato di export da vino. Il dato è stato diffuso dall’Osservatorio di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor, che hanno studiato i dati import delle dogane confrontandoli con le statistiche di Istat ed Eurostat.
Se si prendono in considerazione i primi sette paesi buyer (Usa, Svizzera, Canada, Russia, Giappone, Norvegia e Cina), a fronte di trend più o meno invariati, i dati delle dogane registrano valori acquistati in crescita del 20%, per un controvalore totale di +461 milioni di euro. Il risultato migliore è quello sul mercato russo, con una crescita dell’import di vino Made in Italy del 154%, passando da 71 a 181 milioni di euro di prodotto italiano importato. Cresce anche l’import del mercato Usa (+21%), mentre fa ancora meglio un mercato potenzialmente davvero interessante, la Norvegia, con un importante +32,2%.
«Questi dati – sottolinea Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, società di consulenza per l’internazionalizzazione del vino – confermano la vivacità della domande del nostro vino nel mondo, in particolare sui mercati terzi. Grazie all’attività di promozione, realizzata da 9 anni anche attraverso gli strumenti comunitari dell’Ocm, le nostre esportazioni extra Ue sono passate dal 2007 al 2015 dal 49% al 56%, rappresentando ora attualmente la maggior parte delle vendite di vino italiano all’estero”.