È appena entrato in vigore, provvisoriamente, l’accordo Ceta tra la Ue e il Canada, ed ecco che l’attenzione si sposta immediatamente verso il Messico: a Bruxelles, infatti, ripartono le trattative per modernizzare lo storico trattato commerciale, firmato 17 anni fa, con l’obiettivo di permettere alle aziende europee di aumentare la loro presenza su quest’importante mercato centroamericano.
Cinque giorni di lavori nel corso dei quali la diplomazia europea cercherà di aumentare la protezione delle indicazioni geografiche, ottenere una piena liberalizzazione commerciale in agricoltura e per i prodotti agricoli trasformati, e rinnovare le norme sugli standard sanitari e fitosanitari. «Sul fronte del riconoscimento delle Dop – sottolinea Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte l’Ue arriva a quest’appuntamento sotto buoni auspici. E i passi avanti registrati finora nelle trattative riguardano da vicino l’Italia e il nostro comparto lattiero-caseario visto che tra i protagonisti dei lavori di modifica del capitolo sulla tutela delle proprietà intellettuali ci sono anche nove dei principali formaggi Dop italiani».

L’export verso il Messico ha registrato quest’anno per i formaggi un +45%

Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Provolone Valpadana e Taleggio sono stati inseriti dalle autorità messicane nell’elenco delle indicazioni geografiche europee per le quali sono stati richiesti il riconoscimento della Dop e la tutela della denominazione su tutto il territorio messicano.
La proposta redatta dai negoziatori europei per i prodotti agricoli trasformati non contemplati nell’attuale accordo Ue-Messico è quella di abbattere dell’86% le tariffe attuali e di liberalizzarne da subito almeno il 45%, per poi arrivare a eliminare le restanti tariffe in step successivi entro sette anni. Nel primo semestre 2017 l’export caseario italiano in Messico ha toccato le 218 tonnellate, mettendo a segno una crescita del +45% rispetto allo stesso periodo del 2016.