Le pagine di Mei.com sono quelle che offrono i prodotti d’alta gamma all’interno del colosso cinese del commercio on-line, il ben noto Alibaba. È su Mei.com che la sempre più ricca classe media dell’immenso Paese va in cerca di prodotti di lusso da acquistare, meglio se francesi o italiani. I numeri sono quelli da far paura: si parla di 360 milioni di cinesi che sono oggi nella condizione di acquistare un abito firmato dai grandi nomi della moda mondiale e si calcola che questa platea di acquirenti potrebbe raddoppiare già nel 2020.
Si tratta di consumatori che stanno diventando anche più consapevoli: dopo i primi anni nei quali erano disposti a spendere pur di pavoneggiarsi con un prodotto italiano, ora cominciano a mostrare una maggiore attenzione sia nelle scelte di gusto, sia nella ricerca di un prodotto dal prezzo ragionevole. Lo dimostra una ricerca della società di consulenza Bain.

Dei 250 miliardi spesi lo scorso anno per la moda nel mondo, circa il 30% parlava cinese

Ecco allora che i buyers della catena Alibaba e specificatamente di Mai.com sono arrivati a Milano per le sfilate di Moda Donna con tutta l’intenzione di stringere gli accordi necessari per vendere in Cina il prodotto della moda italiana. La presenza italiana sul territorio cinese è già consolidata ed è dal 2009 che i grandi marchi di moda hanno investito aprendo boutique nelle principali città. A cominciare da Armani, che in Cina ha 154 negozi.
Non per nulla la ricerca della società Bain ha evidenziato che i cinesi sono il 30% di quei clienti mondiali nel lusso che nel 2016 hanno speso 249 miliardi di euro. E la richiesta cresce, visto che Bain stima un aumento degli acquisti per il 2017 tra il 6% e l’8%, dopo un calo del 2% nel 2016.