I dati dell’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano testimoniano che l’export via e-commerce del Made in Italy per quel che riguarda i beni di consumo nel 2016 ha avuto una crescita del +24% per un totale di 7,5 miliardi. Ed il mondo della moda raccoglie poco meno dei due terzi dell’export diretto, il 60%, attraverso siti retailer online nazionali come LuisaViaRoma o Yoox- Net-à-Porter o marketplace “italiani” come Amazon.it. Seguono per valore i comparti del Food, che copre il 17% de3l totale, e quello dell’Arredo e Design, con il 12%.
In realtà, l’export diretto assorbe meno di un terzo dell’intero valore delle esportazioni digitali: la parte del leone spetta al canale indiretto, quindi i grandi retailer esteri come Zalando, Jd.com e grandi marketplace come Amazon.com e Tmall.com di Alibaba, che complessivamente gestiscono un fatturato di 5,5 miliardi, di cui il 60% è realizzato dal settore Fashion.

Cresce la strategia di avviare siti all’estero per ‘vende italiano’

L’e-commerce è oggi un tassello decisivo della strategia commerciale delle aziende della moda italiana, soprattutto se ambiscono ad avere un respiro internazionale, ed in effetti circa la metà delle 100 imprese del campione analizzato dalla School of Management utilizza il canale online per esportare. Tra loro, il 5% vende all’estero esclusivamente tramite Web, il 30% sceglie tra una strategia online e offline a seconda del paese di destinazione della merce e il 15% ha abbracciato la formula della multicanalità che annulla le barriere tra commercio virtuale e “reale”.
Si tratta di una strategia vincente, almeno dal punto di vista delle aziende che non hanno ancora intrapreso questa sfida: secondo i dati del Politecnico, infatti, il 64% di queste imprese ha intenzione di cominciare l’avventura dell’export online, con la metà che pensa di attivare canali e-commerce all’estero entro il 2020.