Blitz alla Camera: la più rigorosa tutela della legislazione italiana per la qualità degli oli d’oliva è stata piegata alla legislazione europea sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli vergini d’oliva. Così i consumatori non troveranno più sull’etichetta della bottiglia la data di imbottigliamento, ma solamente la generica indicazione “da consumarsi preferibilmente entro….”. Peggio, la nuova normativa ha abolito la diversa colorazione delle etichette che permetteva di riconoscere immediatamente l’olio Made in Italy da quelli semplicemente ‘comunitari’. Ci sarà solo una indicazione stampata, si spera almeno chiaramente leggibile.
Altra novità introdotta dall’aula di Montecitorio quella che consente la vendita dell’extravergine vecchio, ossia con un termine minimo di conservazione superiore agli attuali 18 mesi previsti dalla normativa italiana, più rigida rispetto alla legislazione comunitaria. Decisioni che non sono passate senza un dibattito acceso fino a veri e propri momenti di tensione e di bagarre innescati dall’aperto dissenso dichiarato in aula da Colomba Mongiello, prima firmataria della legge “Salva olio”, che, assieme ad alcuni altri colleghi del Pd, non ha votato la legge proposta dal Governo. Naturalmente la posizione di Colomba Mongiello è stata condivisa e sostenuta dalle forze di opposizione, schieratesi a tutela dei consumatori e dei produttori piccoli e medi.

Colomba Mongiello vota contro il PD e sta con i consumatori
«Sono molto delusa per quanto è accaduto – spiega Colomba Mongiello – e ho votato contro perché sono coerente fino in fondo con le battaglie sull’olio che ho condotto finora. Di fatto è stato dato l’ok a una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio, mentre numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche nutrizionali».
Replica il Ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina: «L’olio d’oliva ha sempre avuto un termine minimo di conservazione che resta e rimane obbligatorio sotto responsabilità del produttore, così come l’indicazione chiara ed evidente dell’origine in etichetta. Per chi viola le norme sono previste le sanzioni e il sistema di controlli dimostra che siamo tra i Paesi con il maggior numero di verifiche in Europa». Ma gli agricoltori contestano le nuove norme: «Con l’invecchiamento – precisa il Presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo – l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano. Con il recepimento delle indicazioni comunitarie la data di scadenza non sarà più di 18 mesi, ma potrà essere decisa liberamente dagli stessi imbottigliatori, il che equivale di fatto a cancellarla, poiché ognuno potrà metterla in base ai propri interessi commerciali ed è evidente il rischio che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio».