Il caro gasolio nei campi è costato nel solo 2011 quattrocento milioni di euro agli agricoltori italiani. L’analisi viene dalla Coldiretti dopo gli ennesimi rincari dei prezzi dei prodotti petroliferi. Se a gennaio 2011 un litro di gasolio agricolo costava 0,63 euro, le quotazioni attuali hanno superato quota un euro, con un rincaro del 58 per cento in dodici mesi.
Facendo alcuni esempi, Coldiretti calcola che per arare il campo un agricoltore italiano spende oggi quasi 25 euro ad ettaro in più rispetto a un anno fa. Per chi semina il rincaro è stato di 15 euro ad ettaro così come per la trebbiatura dei cereali e lo spandimento del letame.
Ancora, i trattamenti costano da 4 a 8 euro ad ettaro in più a seconda del tipo di coltura. Pesante anche l’aggravio dei costi per chi usa la vendemmiatrice: quasi 50 euro ad ettaro.
Ma, oltre all’aumento dei costi per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro petrolio colpisce soprattutto le attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali.
Un aggravio considerevole che è andato ad aggiungersi agli altri costi produttivi lievitati un po’ per tutte le tipologie. Basti ricordare che, secondo le ultime rilevazioni Ismea, gli agricoltori italiani hanno speso il 2,7 per cento in più per i mezzi produttivi rispetto all’anno precedente. I maggiori rincari si sono verificati per i fertilizzanti e i prodotti energetici.