È iniziato male il 2016 per la moda italiana: secondo i Fashion Economic Trends diffusi dalla Camera Nazionale della Moda, nel primo trimestre dell’anno tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria hanno fatto registrare complessivamente un calo a livello di fatturato pari al – 4,2%, mentre il trimestre successivo segnato un timido +0,7%. Al contrario, i settori collegati dell’occhialeria, gioielleria, bigiotteria, profumi e cosmetici hanno registrato performance nettamente positive con un +7% nel primo e +10,2% nel secondo trimestre.
«La performance non soddisfacente della moda in senso stretto – spiegano i Fashion Trends – è dovuta alla persistente debolezza dei mercati internazionali. Le rilevazioni Istat hanno registrato una caduta del -7,5% del fatturato estero nel primo trimestre e del -2,1% nel secondo». Lo scenario internazionale, spiega il documento, ha visto negli ultimi mesi accrescersi i fattori di incertezza. Il più importante è il risultato del referendum sulla Brexit, che ha spinto il Fondo Monetario Internazionale a rivedere verso il basso le prospettive di sviluppo dell’economia mondiale. Il quadro macroeconomico resta, tuttavia, favorevole, si legge nell’analisi, e consente di prevedere una stabilizzazione nel terzo trimestre, con un possibile marginale decremento del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2015, e il ritorno alla crescita nel quarto. Un fattore di rischio interno permane nel quarto trimestre, in relazione alla possibile instabilità politica, ed è legato al possibile esito negativo del referendum istituzionale di ottobre.