Per i consumatori italiani, l’italianità rappresenta un valore quando si tratta di scegliere cosa portare in tavola: come emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, ben 17.053 dei 67.855 prodotti alimentari monitorati evidenziano sulle confezioni la loro matrice nazionale ricorrendo a elementi come il tricolore, la dicitura Made in Italy” o “100% ingredienti italiani”, oppure evidenziando una delle indicazioni geografiche europee (Dop, Igp, Doc e Docg).
Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Immagino, tra giugno 2017 e giugno 2018 le vendite dei prodotti connotati come italiani sono cresciute del +3,5%, arrivando a superare i 6,4 miliardi di euro e migliorando la performance ottenuta nei 12 mesi precedenti (+2,2%). L’elemento più utilizzato per connotare un prodotto come italiano è la bandiera tricolore, che campeggia sul 14,3% dei prodotti e rappresenta il 13,9% del fatturato totale: nel giro di un anno, ha più che raddoppiato il tasso di crescita avvivando al +3,0% contro il +1,2% dell’anno precedente. Performance molto positiva anche per il secondo segmento, quello di quel 5,5% di prodotti etichettati con il claim “100% italiano”, che registrano un balzo in avanti del +8,6% nel giro d’affari contro il +3,3% dei 12 mesi precedenti, grazie soprattutto a gelati, formaggi freschi, merendine e carni confezionate.

Trentino Alto Adige, Toscana e Sicilia le regioni più rappresentate sulle etichette

L’Osservatorio Immagino ha misurato anche la presenza delle regioni sulle etichette dei prodotti alimentari e dei vini venduti in Italia. Un fenomeno importante e in continua espansione, in cui la regionalità si presenta come una sorta di italianità al quadrato, che fa leva sulle radicate tradizioni locali e sulle caratteristiche uniche del territorio italiano dal punto di vista morfologico, climatico, culturale e produttivo.
Il primo posto nella classifica delle regioni più “comunicate in etichetta” continua a essere occupato dal Trentino-Alto Adige, leader sia per numero di prodotti su cui è presente (1,3% del totale monitorato) sia per giro d’affari (oltre 327 milioni di euro, +5,8% annuo), e rilevante soprattutto tra spumanti, vini, mele, mozzarelle e speck. Al secondo posto della classifica per regioni c’è la Toscana e al terzo la Sicilia, seguite da Puglia e Piemonte.