C’è un altro campionato che si gioca sui campi da calcio italiani: quello della contraffazione delle magliette dei calciatori e di tutto il resto del merchandising sportivo. Un campionato che non si conclude con le partite ma prosegue tutto l’anno su tante piazze diverse, senza un arbitro, ma con il Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale della Guardia di Finanza che dallo scorso settembre ha portato a termine 70 interventi per un totale di mezzo milione di prodotti sequestrati e oltre 80 persone identificate.
Il “campionato della contraffazione” non ha limiti nella fantasia: si va dalle magliette alle sciarpe, dalle spille ai cappellini e guanti, per arrivare fino ai giocattoli, ai prodotti per l’igiene, alle cover per smartphone. La riproduzione non autorizzata di loghi e stemmi,regolarmente registrati presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) o presso l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) dalle squadre di calcio,si è confermato un business illecito particolarmente ricercato e remunerativo.

C’è anche chi si è inventato sul web un concorso e i premi erano tutti rigorosamente falsi

Alcune ‘partite’ sono state particolarmente significative: i militari della Compagnia di Scafati, in provincia di Salerno, hanno individuato un capannone industriale al cui interno era stato creato un vero e proprio laboratorio di confezionamento con tanto di macchine da cucire e impianti di serigrafia.
I finanzieri del Gruppo di Aversa, in provincia di Caserta, hanno scoperto un opificio al cui interno venivano ri-etichettate delle normalissime bottiglie di shampoo con i colori del Napoli. A Genova, nel porto, è stato individuato un container proveniente dalla Cina con circa 90.000 prodotti di vario genere recanti simboli della Juventus. A Martina Franca, in provincia di Taranto, invece avevano inventato una lotteria sul web: il concorso a premi legato al pronostico dei risultati delle partite di calcio regalava ai vincitori la possibilità di acquistare, a prezzi irrisori, magliette autografate dai calciatori. Naturalmente erano false sia le magliette, sia le firme.