Il deficit della bilancia commerciale veneta dei prodotti agroalimentari relativa ai primi tre trimestri del 2016 risulta quasi dimezzato (-49,5%) rispetto allo stesso periodo del 2015, essendo sceso a 210 milioni di euro. È il risultato di un aumento pari al solo +1% delle importazioni, che hanno così toccato i 4,8 miliardi di euro, a fronte di un ben più sostanzioso +6,1% delle esportazioni, salite a 4,6 miliardi di euro. Questo uno dei dati più favorevoli sull’andamento dell’annata agricola 2016 nell’annuale rapporto di Regione e Veneto Agricoltura.
Nel settore zootecnico, il rapporto segnale che la quantità di latte prodotta è salita a 1,14 milioni di tonnellate (+1,2%), ma il prezzo è calato mediamente del -8%. La carne bovina ha pagato la contrazione dei consumi interni (-4,8% in quantità e -6,8% in valore), ma ha beneficiato di una maggiore attenzione del consumatore verso il prodotto nazionale, determinando un aumento delle macellazioni sia in numero di capi (+4,2%) che in peso morto (+2%). Il comparto della carne suina ha goduto dell’apertura del mercato cinese e le macellazioni sono aumentate del 5,2% per numero di capi e del 3,1% in peso, con quotazioni di mercato mediamente in crescita dello 7,5%. All’incremento produttivo della carne avicola in regione (+7%) ha invece fatto riscontro un ribasso dei prezzi di mercato mediamente del -11%, determinando un calo della redditività degli allevamenti.
Infine è da notare che, dopo 15 anni di progressiva contrazione, la flotta peschereccia veneta è tornata a crescere leggermente (+0,3%) e così il numero di imprese dedite alla pesca (+1,2%). La produzione della pesca marittima relativa al primo semestre 2016 è stimata comunque in calo del -18,7%.