Intervista a Monica Franceschetto, direttore del Consorzio Lattiero Caseario del Brenta “Mungi e Bevi”, coinvolto come struttura logistica nel progetto “Filiera green-Km zero point”.  L’iniziativa, organizzata dalla Camera di Commercio di Padova e realizzata da Coldiretti Padova,  introduce l’e-commerce nel settore dell’agroalimentare e mette a disposizione un canale distributivo “corto”.

“Filiera Green-km zero point”, è un innovativo sistema logistico applicato alla vendita on-line che mette in contatto le aziende agricole del territorio con gli operatori del settore agroalimentare: quali sono i prodotti interessati?
“Sono tutti i prodotti agricoli come latte, formaggi, vino, miele, frutta e verdura,carni che possono servire alla composizione dei piatti e dei pasti di ristoratori. La particolarità è che la merce è tutta a chilometri zero, essendo prodotta da agricoltori della provincia di Padova. Il portale non si rivolge al consumatore utente ma per ora solo ai pubblici esercizi. In un secondo momento estenderemo l’offerta al privato.”

La distribuzione quindi avviene solo nella provincia o grazie alla vostra rete riuscite ad andare oltre?
“Attualmente avviene solo nella provincia di Padova. Sono stati coinvolti gli associati delle due principali associazioni, che sono Confesercenti e Ape, primi promotori di questo progetto pilota. Il portale, per ora, non si rivolge al consumatore utente ma solo ai pubblici esercizi anche se stiamo già lavorando per estendere l’offerta anche al privato. La consegna avviene due volte a settimana con prodotti freschi e il gestore ha la possibilità di ordinare fino al giorno precedente, attraverso il portale.”

Come si sta trasformando il rapporto tra consumatore e agricoltore? Il consumatore si fida maggiormente dell’e-commerce?
“La vendita on-line comporta un continuo passaggio di informazioni al consumatore. Mungi e Bevi organizza spesso visite in azienda agricola, per fare vedere cosa realizza. Lavora molto con le scuole e mostra agli studenti cosa significa produrre. Tutto ciò crea un legame tra consumatore e prodotti del territorio di appartenenza. Proprio per superare il gap di difficoltà iniziale facciamo assaggiare il prodotto, al fine di fidelizzare il cliente e coltivare il rapporto.”

Il vostro consorzio, in questi anni, ha avuto un livello di crescita notevole. Qual è l’areale massimo entro il quale voi ritenete di poter svolgere un compito adeguato rispetto alla vostra mission?
“Già il logo stesso Mungi e bevi, dà l’idea di legare il produttore al consumatore finale. Il consorzio copre le province di Padova, Venezia, Treviso e Vicenza e  sette aziende agricole locali ma, pur essendo localizzato, può essere esportato coinvolgendo altre aziende agricole del territorio.
Già ora, l’azienda ha una sede principale a San Giorgio in Bosco e una sede distaccata a San Biagio di Callalta, per coprire la zona del veneziano e del trevigiano.”

Lei ritiene che questa possa essere un’esperienza originale e unica o che possa essere replicata?
Noi abbiamo recuperato una vecchia attività, quella del lattaio, che portava il latte a casa ogni mattina. Dal 1994 a oggi, siamo partiti dai primi trentasei litri di latte e dieci clienti arrivando, oggi, a dieci mila famiglie con oltre sette litri di latte al giorno. La difficoltà di questa attività è soprattutto organizzativa e ci deve essere una passione di fondo per superare gli eventuali problemi.  Ad oggi, noi offriamo lavoro a quasi cinquanta persone, coinvolgiamo dieci mila famiglie e quindi è una realtà, che con questi numeri, attesta e giustifica la possibilità di replicarla in alti territori.