Tutti in campo contro la contraffazione: Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC), Guardia di Finanza, Confindustria, Confcommercio, Coldiretti, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa, Fondazione Osservatorio sulla Criminalità nell’agricoltura e sul Sistema Agroalimentare. Questi i soggetti che, alla presenza del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) hanno sottoscritto a Firenze un Protocollo di Intesa che detta gli obiettivi prioritari nella lotta ai falsi.
L’idea è quella di intervenire innanzitutto a partire dai giovani con una azione sinergica per iniziative di formazione e informazione per gli studenti degli istituti scolastici nazionali così da favorire la diffusione dei valori della legalità; si agirà sulla percezione del fenomeno contraffattivo per sensibilizzare sui rischi per la salute e sui danni che il mercato dei fake goods arreca al sistema economico nazionale; l’obiettivo è innescare un cambiamento culturale che contribuisca alla riduzione della domanda di prodotti falsi a partire dalle giovani generazioni.

La moda è al primo posto tra i prodotti contraffatti, l’agroalimentare è vittima dell’italian sounding

La firma di questo memorandum nazionale, sotto l’egida del Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC), concretizza la collaborazione tra le parti avviata già da più anni e realizza i presupposti per un’azione incisiva e continuativa delle attività dei Soggetti Istituzionali coinvolti, nella lotta al fenomeno della contraffazione e all’italian sounding.
Nelle classifiche dei prodotti più contraffatti, al primo posto, per valore del fatturato, ci sono l’abbigliamento e gli accessori moda, segue il settore degli audiovisivi ed i prodotti alimentari; un settore in crescita è quello dei dispositivi elettronici, soprattutto cellulari e componenti. L’Italian Sounding colpisce invece principalmente il settore agroalimentare con un giro di affari complessivo stimato in 90 miliardi di cui 23 solo negli Stati Uniti.