Sesta edizione del “Copenhagen Fashion Summit”, il più grande evento annuale di moda sulla sostenibilità ambientale e sociale. Organizzato da Global Fashion Agenda, ha coinvolto 1300 protagonisti del settore abbigliamento provenienti da oltre 50 paesi del mondo, con un incremento di aziende asiatiche del +60% rispetto all’anno precedente.
Ben 75 i relatori che si sono alternati sul palco danese per richiamare il principio di sostenibilità e il richiamo alla pesante responsabilità che rispetto a questo il mondo della moda deve acquisire, dopo anni nei quali proprio questo comparto è stato uno dei più inquinanti per l’ambiente e meno attento alla ricaduta sociale del proprio sistema produttivo. Oltre alle relazioni di dirigenti d’azienda e giornalisti di settore, anche alcune presenze di alto profilo: la Principessa Mary di Danimarca, Stella McCartney, oggi unica proprietaria dell’omonimo marchio cruelty-free fondato nel 2001, Amber Valletta e Tim Banks, editor-at-large di The Business of Fashion.

L’incontro di Copenhagen ha aperto la strada a nuove collaborazioni tra settori diversi della moda

“Pulse of the Fashion Industry 2018”, il report redatto con la collaborazione di Boston Consulting Group sullo stato dell’arte del settore abbigliamento ha messo in luce il lungo percorso che ancora deve essere compiuto dalla moda verso la sostenibilità. Il documento prende in considerazione tutti i settori della value-chain e li analizza secondo il “Pulse Score”, un parametro per misurare e tracciare la sostenibilità delle aziende coinvolte basato sull’autovalutazione.In una scala da 1 a 100, dove 100 è il livello massimo di una sostenibilità massima non raggiungibile, la media del 2018 è di 38 con un incremento di 6 punti rispetto al 2017.
Collaborazione e partnership, sono state le parole più usate nei due giorni di incontri. Ed è forse questa la cosa che più colpisce dell’evento, la sua straordinaria capacità di mettere attorno allo stesso tavolo attori che operano non solo in segmenti ma anche a livelli molto diversi della moda: il lusso, il fast fashion, la grande distribuzione, e la produzione di materie prime.