L’allarme arriva dall’isola di Maiorca: lì infatti sarebbero stati rivenuti i primi casi in Unione Europea di Xylella fastidiosa su viti da vino. La notizia è stata diffusa dai media locali ed è stata confermata dalla Comunità autonoma delle Isole Baleari. Sono in corso le necessarie analisi dei laboratori di Valencia per avere la conferma di una possibile infestazione e per identificare il ceppo batterico che ha attaccato le viti.
Se confermata, la presenza del batterio sulle viti da vino non sarebbe una buona notizia per l’industria enologica europea, sebbene si possa contare per fortuna sulle esperienze già raccolte su suolo statunitense, dove la Xylella colpisce le viti provocando la cosiddetta malattia di Pierce. Secondo stime dell’Università di Davis in California, i produttori e lo Stato americano spendono 104 milioni di dollari l’anno in ricerca, prevenzione e contenimento del morbo, per il quale però attualmente non esiste cura.

L’infezione è meno grave che per gli uliveti ed è da tempo combattuta anche in California

Le conseguenze della Xylella fastidiosa sulla vite non sarebbero comunque così devastanti come lo sono state per gli ulivi: il suo vettore è più comparabile allo Scaphoideus titanus, della Flavescenza dorata, un problema quindi arginabile anche con l’uso di sostanze specifiche. Ovviamente questa soluzione non sarebbe adottabile da chi produce vino a regime biologico o biodinamico e questo creerebbe maggiori difficoltà per un comparto segnalato in crescita.
La comunità autonoma delle Baleari ha fatto sapere che nei mesi scorsi erano già state trovate viti di uva da tavola infette. Il primo insediamento di Xylella Fastidiosa in Europa è stato rilevato per la prima volta nel 2013 negli olivi pugliesi; successivamente, perlopiù in altre sottospecie, è stata trovata su piante diverse anche in Corsica e Costa Azzurra in Francia, in Sassonia in Germania, alle Baleari e nella regione di Valencia in Spagna.