I quindici sindaci del territorio del Prosecco Docg hanno annunciato il divieto d’uso del glifosato da gennaio 2019. Una rivoluzione chiesta a più riprese dai comitati dei residenti e dagli ambientalisti, e che fa seguito all’analoga decisione che ha già interessato, dal 2017, il territorio della Doc.
«Abbiamo deciso di puntare sulla crescita sostenibile del territorio – spiega Fabio Chies, primo cittadino di Conegliano per questa ragione l’adozione Regolamento intercomunale di Polizia Rurale sull’uso degli erbicidi rappresenta un passo in avanti verso la tutela della salute e l’attrattiva turistica». Una decisione che deve essere messa in relazione anche la candidatura, già avviata con un forte impegno della Regione Veneto, di riconoscimento di tutta l’area del Prosecco come sito tutelato dall’Unesco. Lo scacco al glifosato rappresenta un cambio di passo anche per l’ambiente: il diserbante è il primo indiziato per l’ingiallimento dell’erba sotto i filari, macchie nei panorami cesellati dalle viti lavorate a mano. «L’iter per quanto ci riguarda è stato completato e l’istanza già ratificata sia dalla Regione Veneto, sia dal Friuli-Venezia Giulia – spiega Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela Prosecco Doc Ora spetta al Mipaafi deliberare la modifica da apportare al nostro Disciplinare».

Il Veneto giocata la carta green per ottenere la tutela Unesco per l’intero territorio

Se nel Veneto del Prosecco la battaglia ai diserbanti ha fatto breccia anche tra le istituzioni fino a diventare legge, nel Nord Ovest le desolanti strisce gialle e marroni sotto i filari dei vigneti sono ancora assai presenti sulle colline di Langa, Monferrato e Roero.
«In Piemonte – spiega l’Assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero ci sono varie produzioni che sono già molto avanti rispetto al tema della sostenibilità, anche perché è entrato a far parte del marketing aziendale. Non c’è l’urgenza di adottare regolamenti, perché di fatto arriveremmo a imporre norme superate dalla realtà dei fatti». E in effetti, il Piemonte negli ultimi anni ha più che raddoppiato il vigneto biologico, mentre le conversioni, per altro sempre su base volontaria, sono in costante aumento.