Un premio-incentivo alla volontaria adesione al sistema della tracciabilità: il Ministero dello Sviluppo economico avrebbe messo a punto un provvedimento con il quale si metterebbero a disposizione delle aziende virtuose fondi fino a 2.500 euro per sostenere e incentivare le imprese dei distretti del tessile e abbigliamento e delle calzature affinché applichino su base volontaria il sistema dell’etichettatura dei prodotti. Complessivamente il provvedimento prevederebbe uno stanziamento di 5 milioni di euro (in media si tratterebbe in plafond fino a ad azienda), destinato al sostegno e all’incentivazione.

La misura è stata auspicata da Confindustria Firenze nel corso di un convegno dedicato al tema della tracciabilità e dell’anticontraffazione, con riferimento alla strategia, ai costi e alle opportunità per le imprese, sulle cui spalle ricadono esclusivamente oneri legati all’adozione di etichette intelligenti a cominciare dall’Rfid, l’uso delle radiofrequenze per garantire l’unicità e la tracciabilità totale del prodotto.

Un’indagine condotta dall’organizzazione della moda e del tessile delle Camere di commercio, l’Itf acronimo per Italian textile fashion, rivela che un manipolo di un centinaio aziende del sistema moda ha già avviato forme di certificazione volontaria, un’esperienza che potrebbe funzionare da punto di riferimento anche operativo.

Del resto il fenomeno dei falsi non accenna a frenare. Nel corso dello stesso convegno la Guardia di Finanza fiorentina ha ricordato come l’esistenza di connessioni globali del fenomeno «ha permesso di inviare un volume di rimesse illecite in odore di riciclaggio in soli quattro anni dell’ordine di 5 miliardi di euro dall’Italia alla Cina, e di queste ben 4,5 miliardi di operazioni sono imputabili a cittadini cinesi implicati nei traffici dei distretti paralleli scoperti dalle forze dell’ordine». Il danno patito dal valore aggiunto del Made in Italy ed in generale per brand Italia è assolutamente insopportabile.