Un report di Thomson-Reuters sullo stato dell’economia islamica indica che nel solo 2012 i consumatori musulmani hanno speso 224 miliardi dollari in scarpe e vestiti in Medio Oriente; la cifra aumenta negli Stati Uniti e in Europa. Le Parisien prevede che nel 2019 il mercato musulmano della moda potrebbe arrivare a circa 500 miliardi di dollari, quasi il doppio del 2013. Per questo motivo, i grandi marchi hanno scelto di dedicare alcune collezioni ai clienti musulmani e le vetrine dei propri showroom nelle principali vie della moda, da Champs Elysee e Avenue Montaigne a Faubourg Saint-Honoré, Monte Napoleone e Oxford Street, hanno in esposizione hijab e jalabib firmati.
Già a luglio 2014 DKNY aveva deciso di cavalcare il boom economico del mercato islamico con la linea Donna Karan New York Ramadan, in cui tutti gli abiti rispettavano i precetti islamici. La linea è stata ideata dall’editor kuwaitianaYalda Golsharifi e dalla designer di Dubai Tamara al Gabbani. Dolce & Gabbana, invece, ha realizzato Abaya, la prima linea di abiti per donne musulmane. La catena low cost H&M distribuisce da tempo nei negozi parigini molti dei suoi capi “adattati” alle richieste delle donne musulmane. La catena britannica Mark & Spencer ha messo sul mercato, invece, i “burkinis”, costumi da bagno che coprono completamente il corpo, mentre Ruqsana Begum, campionessa di kickboxing britannica e musulmana, si è inventata una linea di abbigliamento sportivo che prevede anche il hijab.