Ha scatenato proteste in tutto il mondo “Acta”, il protocollo internazionale chiamato a proteggere la proprietà intellettuale contro la contraffazione, ma accusato di limitare la libertà su internet. A partire dal 29 febbraio ne discuterà anche l’Europa in seno alla commissione per il Commercio internazionale. Ma una prima decisione è stata frattanto assunta: la Commissione ha infatti deciso di adire alla Corte di giustizia sull’accordo per verificarne e chiarirne “la legalità”. Lo ha annunciato il commissario Ue Karel de Gutch. La decisione fa seguito alle moltissime proteste in tutta Europa ed anche il Parlamento europeo ha criticato il trattato internazionale.
«È  bene che la Corte Ue valuti tutti gli aspetti dei diritti fondamentali – ha detto Gutch – Spetta  alla Corte dare un orientamento e dire quali sono i limiti che la Ue deve rispettare. I 27 stati membri della Ue hanno firmato l’Accordo internazionale contro la contraffazione su Internet, ma le ratifiche sono nelle mani dei governi nazionali e saranno sospese fino al pronunciamento della Corte» ha precisato.
Anonymous, il collettivo di hackers che si batte per la libertà della Rete, auspica che la Corte di giustizia, alla quale la Ue si è rivolta per chiarire i dubbi sulla legalità dell’accordo Acta, vada ben oltre la sospensione del processo di ratifica da parte degli stati membri. «Speriamo che il rinvio dell’Acta alla Corte europea faccia molto di più che semplicemente ritardare il processo di ratifica!» afferma un messaggio di Anonymous su Twitter.