Nel primo semestre dell’anno il valore del vino italiano spedito all’estero supera i 2,5 miliardi di euro, mai così alto grazie soprattutto ai prezzi del “sistema Prosecco” che incide per il 90% del fatturato e alla dogana supera il mezzo miliardo di euro. È quanto rende noto l’Ovse, l’Osservatorio economico dei vini effervescenti, guidato da Giampietro Comolli. Il prosecco docg-doc continua fare il botto all’estero anche nei volumi, un +12% pari a 124 milioni di bottiglie. È un record per il primo semestre dell’anno notoriamente inferiore al secondo, che include le Festività di Fine anno.
Il prosecco fa fatturati record sulla scia del prezzo delle uve alle stelle, prenotazioni di vini base in anticipo, ordini continui dall’estero soprattutto Usa, Gran Bretagna, Giappone e Francia. In Francia sono le prime bollicine doc al mondo importate. In calo invece il valore dei vini tranquilli e sfusi (-2,1%), quasi 90mila ettolitri in meno rispetto al 2015. Per Comolli «la causa non è solo dovuta alla normale lentezza degli ordini in attesa dei listini, ma ad una politica involutiva pericolosa. C’è bisogno di capire i diversi mercati e paesi, dare al vino una nuova veste, fare azioni di lungo periodo». Intanto l’Ovse segnale che rimane ancora grave la situazione dei consumi sul mercato interno. «Il 2016 può portare ad una soglia sotto i 30 litri procapite di consumo annuo – osserva Comolli – un segnale di consumo consapevole, ma che si traduce in un calice di vino ogni 20 giorni a testa nell’arco dell’anno».