La Commissione Parlamentare di inchiesta sulla contraffazione e la pirateria nell’agroalimentare ha formulato una serie di proposte per una efficacie lotta contro questi sempre più diffusi fenomeni. Tra queste, recentemente presentate nella sede della Coldiretti, c’è quella di estendere alla lotta contro la contraffazione alimentare gli stessi metodi di indagine utilizzati nel contrasto ai reati di mafia.

Tra le proposte a costo zero formulate dalla Commissione vi è, innanzitutto – riferisce la Coldiretti – l’inserimento nel codice penale del delitto di associazione a delinquere finalizzato alla commissione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Per coloro che commettono tale reato, è prevista l’interdizione dall’esercizio delle attività d’impresa, in modo da escludere lo sviluppo di successive iniziative economiche nel settore alimentare. Inoltre è previsto l’obbligo di pubblicare le sentenze in caso di condanna per i delitti in materia di frodi e di false indicazioni di origine così che gli operatori economici sappiano senza dubbi con chi stanno operando.

Come la relazione della Commissione presieduta dall’Onorevole Giovanni Fava ha sottolineato, occorre dotare gli organismi di polizia giudiziaria di poteri investigativi quali, ad esempio, la capacità di condurre operazioni sotto copertura ed è necessario aggredire il patrimonio dei soggetti dichiarati responsabili dei reati di contraffazione e adulterazione attraverso la confisca dei beni utilizzati per commettere i reati stessi.