Nasce un’apposita certificazione per il nostro vino. La rilascerà l’Associazione Vegetariana Italiana (Avi) in collaborazione con Valoritalia, uno dei principali certificatori nazionali di vino. L’obiettivo è quello di garantire quei vini che sono al 100% animal-free, così che vegetariani e vegani possano gustarlo senza alcuna preoccupazione. Sebbene il vino provenga dalla fermentazione dell’uva, infatti, e sia quindi un alimento assolutamente compatibile con questi stili di vita, spesso la produzione include delle sostanze di origine animale, come la caseina o l’albumina d’uovo. La nuova certificazione si ripromette proprio di ovviare a questo problema e garantire un buon vino anche a chi ha deciso di alimentarsi senza pesare sul mondo animale.
Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’AVI, sottolinea che «i vegetariani sono diventati il 10% della popolazione d’Italia, in percentuale prima c’è solo India. Il nostro mercato è una realtà in crescita e ci siamo resi conto che va tutelato, anche per il vino». La certificazione sarà solo volontaria, ovvero raggrupperà quelle aziende vinicole che consapevolmente decideranno di sottoporsi ai criteri dell’Avi.
Altro tipo di notizia quella che arriva da una cittadina austriaca, Gols, ai confini con l’Ungheria. Due medici di origine ceca, ma residenti a Vienna e in Svezia e morti recentemente, hanno lasciato in eredità la somma di un milione di euro all’amministrazione locale. Motivazione? Da dieci anni apprezzavano così tanto il vino di un produttore locale da sobbarcarsi spesso il non breve viaggio per andare a Gols a comprare il tanto apprezzato vino.