Due notizie dal ‘pianeta’ Coca Cola: innanzitutto il colosso statunitense continuerà a rifornirsi di succo concentrato d’arancia prodotto in Calabria per la sua Fanta. Sulle bottiglie, l’etichetta non riporterà l’indicazione d’origine delle arance utilizzate, ma Rosarno – dove si sono svolte nei giorni scorsi vivaci manifestazioni per protestare contro la multinazionale americana – può stare tranquilla dopo le rassicurazioni contenute in una nota stampa diramata dal ministro Mario Catania al termine dell’incontro avuto con i rappresentanti di Coca Cola Europa.
Non cambia quindi la Fanta, cambia invece la bibita regina: nella ricetta, ormai centenaria della famosa bevanda, c’è anche il colorante 4-methylimidazole. Ma questo colorante, derivato da ammoniaca e solfito, testato su degli animali da laboratorio, ha causato il cancro, a dosi molto elevate e nello stato della California la legge ha fissato un tasso massimo di 29 microgrammi di questo colorante per ogni prodotto consumato. La Coca-Cola (ed insieme la Pepsi) ne contiene in media tra i 103 e i 153 microgrammi.
Secondo molti esperti, in realtà, non vi è alcuna prova scientifica che il colorante incriminato costituisca una minaccia per la salute umana. Ma per evitare di essere attaccata dai potenti media USA, la Coca-Cola ha deciso di adeguarsi alla normativa più restrittiva, quella appunto californiana. Al tempo stesso ribadendo che la segreta ricetta centenaria è innocua e che i cambiamenti che verranno apportati non altereranno il gusto dell’attuale bibita.