Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche, ha sottoposto a sequestro 156 risorse web dedite ad attività di vendita di prodotti contraffatti dalle borse alle scarpe, dagli occhiali agli orologi, ma anche profumi e abbigliamento sportivo. I brand danneggiati dalle condotte illecite sono tanti, tra cui Armani, Adidas, Hogan, Prada, Louis Vuitton, Rolex, Gucci, Chanel, Ray-Ban.
Le vendite avvenivano attraverso i canali di diffusione costituiti dai siti web, anche mediante profili e pagine presenti sui social network più noti, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube che non richiedono costi di gestione in quanto liberamente disponibili. Le investigazioni su Internet sono state effettuate attraverso consolidate metodologie di Open Source Intelligence (OSINT), tecnica che consente di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili sul web, le quali sono state poi sottoposte ad articolati processi di analisi e filtraggio dei dati, che hanno consentito di ampliare il panorama delle potenziali risorse dedite alla vendita di prodotti contraffatti o all’utilizzo non autorizzato di segni distintivi dei marchi registrati.

Dalle indagini emergono degli elementi che possono aiutare i consumatori ad evitare i siti dei falsi

L’esperienza maturata dal Nucleo Speciale in attività investigative ha consentito di dirigere l’esplorazione sul web prioritariamente verso proposte di vendita online in base a specifici criteri e indicatori di rischio. I fattori che maggiormente hanno inciso sull’individuazione delle fattispecie di contraffazione sono il prezzo di vendita e l’utilizzo di canali di vendita non ufficiali, rispetto a circuiti esclusivi normalmente utilizzati dai più noti brand.
Le indagini sono state mirate anche a verificare l’affidabilità del proponente. Infatti le attività che si pubblicizzano sul web senza riferimenti precisi sul proprio titolare, sulla ragione sociale e sulla relativa sede di esercizio sono indice di anomalia, in quanto l’intento è proprio quello di celare l’identità di chi propone i prodotti contraffatti. Solitamente queste informazioni sono fornite dai siti web di e-commerce nei quali, tra l’altro, deve essere esposta obbligatoriamente la partita IVA del venditore.