«I consumatori non devono essere più ingannati da etichette e loghi fuorvianti»: lo ha dichiarato Carlo Pileri, Presidente dell’associazione dei consumatori Adoc, a margine della manifestazione promossa dalla Coldiretti e dai soggetti riuniti nell’”Alleanza per il Made in Italy”, l’Associazione che punta il dito contro i prodotti con “italian sounding”, che ingannano i consumatori al momento dell’acquisto.

«La vendita di prodotti con “italian sounding – continua Pileri – crea un danno pari a 60 miliardi di euro l’anno. Inoltre la delocalizzazione delle imprese agricole all’estero e la vendita di marchi e prodotti spacciati come italiani, ma che di italiano non hanno nulla, danneggiano enormemente il Made in Italy, con effetti negativi non solo per i consumatori che acquistano prodotti contraffatti con la convinzione che siano prodotti enogastronomici italiani, ma anche per i lavoratori e le imprese italiane, in quanto delocalizzazione e contraffazione significano anche la cancellazione di buoni posti di lavoro che producono qualità e una concorrenza sleale per le imprese che operano nel pieno rispetto dei contratti e delle leggi».

Occorre che venga immediatamente fatta chiarezza, dicono all’Adoc, sul ruolo e le azioni di Simest, ente strumentale del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha investito i soldi dei contribuenti all’estero, delocalizzando la produzione italiana e favorendo la commercializzazione di prodotti con “italian sounding”. Qualora fosse confermato il ruolo attivo di Simest in queste attività, l’augurio espresso è che il Ministero blocchi i finanziamenti destinati a questo ente. Il Made in Italy è una delle principali risorse economiche del nostro Paese, difenderlo e promuoverlo deve essere uno degli obiettivi primari del Governo.