Era inevitabile che la notizia “Per il trasporto urbano Treviso sceglie i cinesi” destasse reazioni. Il commento di un lettore, da noi pubblicato, lo condividiamo però solo nella prima riga: nessuna confusione tra contraffazione e importazione di prodotti industriali cinesi.
Lo spirito di queste pagine nasce dalla volontà di contribuire alla lotta alla contraffazione e alla tutela del Made in Italy; senza barricate protezionistiche, ma anche senza cedimenti sul piano dei diritti dei consumatori: qualità e sicurezza sono probabilmente le parole che maggiormente ripetiamo nei nostri testi.
Sarebbe oggi troppo facile replicare al commento ricevuto riprendendo la notizia del guasto che ha bloccato a Visnadello uno dei tredici autobus cinesi, quello che avrebbe dovuto prendere servizio per il Comune di Spresiano. Capita, si sa. Però sarebbe “disinformazione” non dirlo e sarebbe “populismo italico” dimenticarsi le battaglie condotte contro l’invadenza delle produzioni cinesi.
La tutela del Made in Italy chiede un impegno non parcellizzato, ma che sappia difendere il ‘sistema Italia’. Cadere nella tentazione del risparmio come unico parametro di valutazione, è quanto fanno coloro che la borsa (o, peggio, il giocattolo per i bambini) la comprano sapendo benissimo che è contraffatta. Non è più il tempo che le Pubbliche Amministrazioni si appellino al ‘massimo ribasso’ dimenticandosi della comune responsabilità che abbiamo nei confronti della tutela del ‘sistema Italia’.
E poi, come concludeva quell’articolo, per l’ente pubblico “sarà ancora possibile multare chi compra una borsetta o un giocattolo cinese?”

Mario Ongaro